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Il Lago Di Sant’Angelo o Di Casoli Print E-mail
The Lago of Sant? Angel? state constructed to the end of the years? 50 and, also being of artificial origin, perfectly turn out inserted in its acquired landscaped context having also, in the time, natural characteristics of pregio. Its position turns out in fact much evocative one encircled com? from an immense one lecceta, dominated from the medioevale tower of Prata and with the majestic scene of the depositor it orients them of the massive one of the Majella. On its sides extend wide saliceti and driven in canes field? that they number the presence of one not common species, Smaller Tifa? where which find shelter numerous species animals Greater Svasso, Martin Pescatore, Germano Reale, Folaghe and Gallinelle d? water, Merlon Water carrier and Yellow dancer. In the migratory periods, and in particular in sostano winter, you for long periods Aironi, Cicogne, Cormorani while various observations in riproduttivo period of Nitticora they make to hope in one possible nidificazione of some exemplary.

Text of Mario Pellegrini
 
La Torretta (Antica Torre di Prata) Print E-mail

Un po' di Storia

La Torretta di Prata o di Casoli            Altre notizie su Prata

Torretta TorrettaLa “Torretta di Casoli” è l’unica struttura architettonica visibile del conosciuto e antico Feudo di Prata, un luogo di grande importanza per la storia religiosa dell’intera Valle dell’Aventino e oltre. La Torre di Prata identifica un luogo che a ragione possiamo considerare il primo centro da dove si diffuse l’evangelizzazione cristiana nella Valle dell’Aventino. La collina di argille e marne, ancora oggi coperta da una lecceta di interesse naturalistico, sorge a poca distanza dalla confluenza tra l’Aventino e il Verde, in un contesto geografico modificato dal lago artificiale di S.Angelo nel cui sito, fino agli anni ’50, si stendevano campi coltivati. Un colle che nei secoli altomedievali era interamente coperta da bosco, visibile dalla “villa” rustica di Fonte di Civitella e dalla romana Cluviae di Piano Laroma. Anche la strada pedemontana che collegava i due insediamenti romani proseguendo fino a Palena nel sec. IX  seguiva un tracciato distante da Prata più utile al vicino  monastero di S. Martino in Valle di Fara. Si trattava di un luogo appartato, protetto dal bosco e dall’impetuosità dell’Aventino, e dalla morfologia accidentata e poco adatta alla utilizzazione agricola.
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Lecceta di Casoli (Area Sic) Passeggiate Print E-mail
LA LECCETA DI CASOLI (Bosco delle Licine)

Il Sito di Importanza Comunitaria “Lecceta di Casoli e bosco di Colle Foreste” (IT 7140118) deve la sua importanza alla presenza di uno dei boschi di lecci fra i più interni ed i meglio conservati della regione. Il bosco di Casoli infatti, chiamato localmente “Bosco delle licine” dal nome dialettale del leccio (Quercus ilex) che è specie quasi distintiva del territorio casolano, è uno dei pochi esempi di lecceta, la massima espressione dell’evoluzione della macchia mediterranea in condizioni favorevoli ma che quasi sempre è degradata a macchia. Unica quercia sempreverde il leccio da vita a boschi di suggestiva bellezza ben visibili anche da lontano per la loro intensa colorazione ed ammirati ed amati già da Etruschi e Romani. Nella lecceta sono presenti anche altre specie interessanti  come il Corbezzolo, la Fillerea, l’Alaterno, il Laurotino, il Terebinto e il Lentisco ma anche l’Asparago, la Rosa Selvatica, il Ligustro, la Robbia e tante altre essenze vegetali che insieme caratterizzano questi ambienti mediterranei caldi e profumati. Nelle aree marginali va invece sottolineata la presenza di Garighe con numerose specie di orchidee fra le più belle e rare dell’Italia centrale come l’ Ophrys promontorii, l’ Ophrys bombyliflora e l’ Epipactis mycrophilla.
Il bosco e le aree circostanti rappresentano siti significativi anche per la fauna con la presenza del Lupo e dell’Istrice e specie ornitiche di rilievo quali il Nibbio Reale, il Falco Lodolaio e l’Averla Capirossa ma le ricerche in corso confermano una ricca biodiversità anche per la presenza di una ricca entomofauna ed in particolare per le farfalle notturne, circa 150 ed erpetofauna.

Testo di Mario Pellegrini
 
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